Perché è importante la terapia intercettiva nei bambini

Ogni genitore dovrebbe portare periodicamente il proprio bambino dal dentista. Questo “appuntamento” deve diventare una vera e propria abitudine, perché di vitale importanza per il benessere orale del proprio figlio.

Infatti, è proprio grazie alle visite periodiche se si sarà in grado di intercettare determinate problematiche e risolverle per tempo, senza dover ricorrere, in futuro, a tecniche più invasive per risolvere un problema che, in realtà, il dentista avrebbe potuto risolvere tempo addietro, soprattutto prima che il piccolo completi la relativa maturazione ossea.

Lo specialista, infatti, potrà anche dare consigli preziosi per lo sviluppo corretto della dentatura e, in alcuni casi, potrebbe, appunto, intervenire precocemente con la cosiddetta terapia intercettiva. Approfondiamo l’argomento.

Terapia intercettiva, di cosa si tratta

Il termine terapia intercettiva indica nello specifico l’insieme di tutti quegli interventi di prevenzione oppure di correzione di malocclusioni e disarmonie orali nei più piccoli. Questi interventi vengono messi in atto proprio per evitare un ipotetico aggravamento legato alla crescita del bambino e, soprattutto, per evitare un futuro trattamento più invasivo, qualora si rendesse necessario.

In altre parole, con questa terapia, lo specialista si occuperà di “intercettare” per tempo eventuali problematiche che, di solito, sono di natura scheletrica ed interessano, nella maggior parte dei casi, non solo la dentizione ma anche la deglutizione, la funzione respiratoria, la fonetica e la postura.

Le cause possono essere sia genetiche sia legate al comportamento, ad esempio se si utilizza in modo prolungato il ciuccio. La terapia intercettiva interviene per curare la causa dei problemi e, a volte, interviene ancor prima che gli effetti negativi correlati si manifestino. È un’importante misura di prevenzione.

Terapia intercettiva, su quali problematiche interviene

La terapia intercettiva, generalmente, viene impiegata per risolvere questi casi, che sono tra i più diffusi nei bambini:

  • scorretto combaciamento tra arcata dentale superiore e quella inferiore: in questa categoria rientrano, ad esempio, il morso inverso o crociato, il morso aperto, ecc;
  • errato allineamento dei denti: ad esempio, quando si parla di affollamento dentale. Quindi, quella situazione in cui i denti, a causa del poco spazio, tendono ad accavallarsi;
  • perdita precoce dei denti da latte;
  • sproporzione dei denti per la dimensione perché non proporzionata alle strutture adiacenti.

Questi sono solo alcuni casi in cui viene adottata questa terapia specifica. L’importante, affinché sia efficace, è che il bambino venga preso in carico con tempistiche precise. Di solito, è bene effettuare la prima visita già dalla tenera età di 4 o 5 anni, l’importante è che sia entro la fine dello sviluppo, all’incirca 12 anni.

Terapia intercettiva, è dolorosa?

Questo tipo di terapia non è un trattamento invasivo o doloroso. Infatti, vengono richiesti al bambino esclusivamente collaborazione attiva e impegno. Quest’ultimo è esteso anche alla famiglia che dovrà verificare che lo schema di cure proposto dall’odontoiatra venga rispettato.

Conclusioni

Quando si pensa alla salute orale dei bambini, il rimando va quasi esclusivamente alle corrette abitudini di spazzolamento dei denti per prevenire le carie; in realtà, fin dai primi anni di età del piccolo è possibile prevenire precocemente o correggere dei problemi che, col tempo, potrebbero diventare più gravi. Quindi, alla luce di tutto quello che abbiamo detto, i controlli periodici nei bambini sono fondamentali.

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